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Diamo un calcio alla disabilità

E’ un progetto nato con l’obiettivo di accogliere il desiderio di ragazzi con Disabilità Intellettiva che desiderano giocare a calcio.

E’ un progetto nato con l’obiettivo di accogliere il desiderio di ragazzi con Disabilità Intellettiva che desiderano giocare a calcio. Una proposta educativa che valorizzi la globalità della persona; il bambino al centro visto nella sua interezza di crescita fisica, motoria, emotiva, intellettiva sociale.
La Totti Soccer School apre le porte ai corsi di gioco calcio per bambini e ragazzi diversamente abili. Il progetto “diamo un calcio alla disabilità” ha come priorità l’attività sportiva, il gioco di squadra per atleti con l’obiettivo dell’integrazione con i coetanei normodotati. Fondamentale è la valenza educativa dello sport, infatti anno dopo anno siamo sempre più certi della validità del progetto, del suo contributo nella crescita personale, sociale e relazionale di tutti i partecipanti, sia atleti che genitori, abili e non.


Struttura del progetto
Il progetto si fonda su un percorso educativo, motorio e relazionale, un educare collettivo centrato sul gruppo senza però prescindere delle singole individualità e problematiche, il tutto “utilizzando” il gioco del calcio. Obiettivo prioritario è il divertimento, l’opportunità di vivere un’esperienza ludica, che accresce la motivazione ad apprendere, a sviluppare socievolezza, autocontrollo, autonomie, senso di appartenenza al gruppo. Una esperienza dove l’agonismo è nel suo autentico significato di rispetto e ricerca continua di miglioramento.
Gli obiettivi sono diversificati per età, caratteristiche di personalità, abilità motorie, grado di ritardo mentale, possiamo brevemente riassumerle in:

  • promuovere una cultura dello sport fondata sull’ accettazionedell’altro;
  • diventare promotori del gioco del calcio per disabili, organizzare tornei, corsi di formazione e aggiornamento, progetti pilota sperimentali;
  • rafforzare l’autonomia, la stima di sè, l’identità di ogni singolo atleta;
  • prendere coscienza del proprio corpo e del proprio corpo in movimento;
  • favorire lo sviluppo delle potenzialità cognitive, motorie e delle risorse personali;
  • migliorare l’autocontrollo;
  • favorire le autonomie personali e sociali;
  • apprendere e rispettare le regole dello stare in gruppo, dell’ essere squadra e del gioco del calcio;
  • proporre un modello di attività, sempre migliorabile ed in evoluzione, che possa essere riprodotto e dare indicazioni a chi voglia intraprendere il nostro percorso.

 

Strutturazione del progetto
Ogni stagione vengono costituiti gruppi squadra per un totale di 35/40 atleti. Ad inizio attività verrà valutato l’inserimento di nuovi iscritti affetti da varie patologie, tra le quali il disturbo generalizzato dello sviluppo, è previsto un percorso a rapporto 1:1 almeno nel primo periodo.

Criteri di inclusione al progetto: bambini/ragazzi con disabilità intellettiva, in assenza deficit sensoriali e motori importanti.
In base alla composizione dei gruppi squadra, si identificherà il gruppo della scuola calcio con cui fare gli allenamenti di integrazione.

I gruppi che si andranno a costituire si alleneranno senza normodotati, in modo da favorire l’attività di gruppo, l’identificazione e la socializzazione, l’apprendimento delle regole di base sia del calcio che dell’essere una squadra, sarà propedeutico all’inserimento nel gruppo allargato dei normodotati per la successiva integrazione.

Oltre agli allenamenti integrati si svolgeranno tornei, manifestazioni e varie partite da disputare nell’arco della stagione sportiva.
Il lavoro viene costantemente monitorato attraverso griglie semi strutturate che permetteranno di modificare nel corso della stagione obiettivi, strategie, proposte, l’andamento del gruppo, sia dal punto di vista psicologico che motorio.
Gli allenamenti sono della durata di 1 ora e 30 minuti.
Gli atleti si allenano sempre negli stessi campi ed hanno assegnati sempre gli stessi spogliatoi, questo è importante nella fase di avvio del progetto, garantisce stabilità, orienta, contiene l’ansia e, nello stesso tempo il campo diventa un riferimento concreto, riconoscibile di inizio e fine delle attività.
Nello spogliatoio viene svolto dagli psicologi, un lavoro per quanto concerne le autonomie personali.
Il progetto ha la durata dell’attività della scuola calcio, essendo inserita completamente in quella realtà, i bambini/ragazzi ed i genitori, seguono le regole della scuola calcio.